La diarrea acuta (enterite)

La diarrea, notoriamente, è l’emissioni di feci non perfettamente formate, disfatte, talora francamente liquide, solitamente più volte al giorno. A ciò si deve accompagnare una compromissione della crescita per perdite o mancato assorbimento di sostanze nutritive a livello dell’intestino. Quest’ultimo punto è importante perché qualora si considerasse diarrea soltanto l’emissione di feci liquide si correrebbe il rischio, come spesso accade, di interpretare come diarroiche le feci liquide, talora verdastre e schiumose, emesse, spesso in maniera esplosiva dal piccolo lattante alimentato al seno le quali viceversa rappresentano un evento di assoluta normalità.
La diarrea può essere acuta (enterite, enterocolite) oppure persistente o cronica a seconda della sua durata.
Nel corso della diarrea, sia essa acuta che cronica, si pongono in atto spesso provvedimenti dietetici che se talora sono giustificati, come nella celiachia o nella diarrea da latte vaccino, non sempre tuttavia sono necessari.
La diarrea acuta è generalmente legata ad agenti infettivi, più virali che batterici, e si accompagna sovente ad altri sintomi come i dolori addominali, il vomito (gastroenterite), la febbre.
Il problema della diarrea acuta, nei casi in cui non siano presenti anche manifestazioni di infezione generalizzata (sepsi) come può accadere nelle enteriti da salmonella, è principalmente quello della disidratazione. Compito principale del medico e dei genitori del bambino è quello quindi di evitare questa disidratazione in attesa che, spontaneamente, la diarrea cessi.
Infatti usualmente la diarrea acuta (enterite) tende ad autolimitarsi entro un certo numero di giorni (solitamente al massimo 5-6) e non richiede altri trattamenti.
Nella diarrea acuta, con l’eccezione di forme particolari nel lattantino molto piccolo, non sono necessari antibiotici né di utilità dimostrata appaiono i cosiddetti fermenti lattici (Enterogermina e similari). Solo una funzione cosmetica, inoltre, hanno alcuni farmaci a base di caolino (Streptomagma) o di diosmectite (Diosmectal) i quali se da una parte determinano un consolidamento delle feci emesse dall’altra parte non agiscono sull’autentico problema che è rappresentato dalle perdite idriche intestinali.
Quindi è indispensabile che il bambino beva a volontà in modo da riequilibrare le perdite idriche; sono disponibili soluzioni glucosaline da sciogliere nell’acqua che permettono di integrare anche le perdite di elettroliti che avvengono nel corso della diarrea. Le soluzioni preparate vanno, come detto offerte a volontà se possibile in ragione di almeno 100 ml. di soluzione per evacuazione.
La sospensione dell’alimentazione è necessaria soltanto nelle primissime fasi in cui si provvede alla reidratazione del bambino, e soltanto per poche ore. Dopo la brevissima sospensione il bambino, che deve continuare a reidratarsi per via orale, può rialimentarsi se vuole e lo può fare del tutto liberamente. In pratica, nella realtà dei fatti, considerato che tra l’altro il bambino con diarrea rifiuta nella fase acuta il cibo, la sospensione dell’alimentazione non avviene affatto.
Nel bambino con diarrea acuta, quindi, tranne che nel lattantino di pochi mesi (meno di tre), non va modificata l’alimentazione precedentemente seguita e non va somministrato alcun latte dietetico per le diarree.
Eppure è di constatazione quotidiana che piccoli bambini con enterite vengano per periodi anche di giorni alimentati solo con liquidi e che quando, tardivamente, vengono rialimentati questo generalmente viene fatto con diete senza latte vaccino e con latti speciali. Questi comportamenti trovavano una loro spiegazione in opinioni che col tempo hanno dimostrato di essere infondate.
– La sospensione dell’alimentazione non è di utilità alcuna ma ci sono molteplici prove che la rialimentazione precoce, dopo poche ore di reidratazione, accorcia la durata della diarrea.
– Il motivo per cui molti bambini venivano e vengono tuttora messi, nel corso dell’episodio diarroico acuto, a dieta senza latte non è legato ad un supposto effetto lesivo del latte od ad un suo ruolo nel determinarsi della diarrea acuta. Il motivo per cui veniva consigliata la sospensione del latte era il timore che, nel corso della diarrea acuta, con la parete dell’intestino infiammata, l’assunzione del latte artificiale o di centrale potesse indurre una condizione di intolleranza al latte con conseguente persistenza nel tempo della diarrea.
Questo meccanismo è reale ma opera soltanto nel lattante molto piccolo, sotto i tre mesi, per fattori legati alla immaturità della parete del suo intestino. Nel bambino più grandicello il meccanismo dell’intolleranza al latte (alle proteine o allo zucchero, il lattosio, in esso contenuti) acquisita nel corso della diarrea acuta non esiste. Anzi per quanto riguarda la cosiddetta intolleranza al lattosio successiva all’enterite acuta e responsabile di persistenza della diarrea essa non si realizza praticamente mai, a qualsiasi età. Non hanno pertanto alcuna razionalità latti caratterizzati da scarso o assente contenuto di lattosio propagandati e prescritti come latti dietetici per le diarree (HN25, AL110).