I test alternativi

L’intolleranza alimentare è ormai quasi una moda, ma certamente non è soltanto questo. Essa è infatti anche un fatto reale, concreto. C’è chi pensa che in fondo non esista persona che non abbia una qualche intolleranza a qualche alimento e forse non ha torto. Circa il 20% delle persone ritiene di avere una qualche intolleranza alimentare e con sintomi molto vari. Per queste persone i test allergici “ufficiali” sono scarsamente utili o non lo sono affatto perché non si tratta di allergie dimostrabili con Prick e RAST, cioè di allergie cosiddette IgE mediate. Test scientificamente consolidati esistono poi solo per l’intolleranza al lattosio (zucchero del latte) e per l’intolleranza al glutine (celiachia). In tutti gli altri casi l’unico modo per appurare un’intolleranza sarebbe il solito: individuazione dell’alimento sospetto, sua eliminazione per qualche tempo, sua reintroduzione dopo un periodo di miglioramento. Ma il sospetto è spesso molto vago, il rapporto temporale fra l’assunzione degli alimenti e i sintomi molto labile.
Fra la sensazione di essere intolleranti agli alimenti, che hanno molte persone, e la povertà dell’aiuto che può venir dato dalla medicina ufficiale, esiste un grande spazio vuoto nel quale si è venuta ad inserire tutta una serie di cosiddetti test alternativi, spesso molto pubblicizzati, spesso molto costosi, ma sicuramente tutti del tutto privi di supporti che ne dimostrino una qualsiasi validità scientifica.
Sono molti:

A. Prova citotossica leucocitaria o test di citotossicità o cytotoxic test. Si tratta di un test nato nel lontanissimo 1956, prima ancora della scoperta delle IgE. Si basa sul concetto che l’aggiunta al sangue del paziente dell’allergene alimentare determini, in caso di intolleranza/allergia, la rottura dei globuli bianchi. In realtà le modificazioni che possono essere visualizzate, potrebbero essere dovute a molteplici altri fattori (es. variazioni del PH etc.) che possono alterare i globuli bianchi.
E’ un test molto in uso e per il quale molti pazienti sono etichettati come allergici, spesso a molti alimenti. Tali supposte positività non corrispondono, dal punto di vista clinico, ad una reale allergia alimentare.
E’ un test privo di affidabilità: tutti gli studi che sono stati fatti dimostrano che il test non è “riproducibile” cioè al medesimo campione di sangue possono corrispondere risultati del tutto diversi a seconda dei laboratori.

B. Vega test. Si basa su variazioni elettriche, misurate con un amperometro, determinate dal tenere in mano una fiala contenente l’allergene alimentare sospetto. Anche per questo test, molti studi, anche molto recenti, ne hanno escluso ogni affidabilità.

C. DRIA test. Si basa sulla valutazione delle modificazioni della forza muscolare (misurata in vario modo) di un arto dopo che è stato esposto all’alimento. In realtà l’allergia alimentare non determina modificazioni della forza muscolare e della attività della muscolatura volontaria per cui, anche questo test, non ha validità. Vari studi concludono che il test non ha validità scientifica e che i risultati sono del tutto casuali.

D. Kinesologia applicata. In questo caso, addirittura, la riduzione della forza muscolare che sarebbe determinata dal tenere in mano la provetta, viene valutata direttamente, quasi fosse un “braccio di ferro”, dall’esaminatore. In caso di bambini piccoli il test viene eseguito con un genitore che tiene in braccio il bambino. La riduzione della forza muscolare del genitore, che tiene in mano la provetta con l’alimento sospetto, misurata nello stesso modo dall’esaminatore, sarebbe indicativa di intolleranza nel bambino. Ogni commento è superfluo!.

E. Analisi dei capelli. Valuta il contenuto in metalli pesanti dei capelli per orientare il regime dietetico. Si basa sul presupposto che in alcuni tipi di intolleranza alimentare sia presente una carenza di oligoelementi. Questo tipo di test impone delle diete assolutamente squilibrate.
Anche questo test non ha superato lo scoglio delle prove scientifiche.

Tutti questi test dunque non hanno alcuna affidabilità scientifica. I risultati apparentemente positivi che alcune persone sembrano ottenere non debbono sorprendere. Tutte le pratiche mediche “alternative”, anche del tutto campate in aria, hanno supporters e convinti sostenitori. Nel caso specifico le diete sempre ampiamente ridotte, con esclusione di tanti alimenti fra i quali, casualmente ma non difficilmente potrebbe essere presente l’alimento realmente responsabile, la suggestione, l’effetto benefico di poter pensare di aver finalmente individuato la causa dei propri disturbi, giocano probabilmente un ruolo importante.