Perché il pediatra

La gestione del bambino allergico è una competenza specifica del pediatra allergologo perché specifiche sono le patologie e specifico dell’età pediatrica è il loro trattamento dietetico o farmacologico. I piccoli bambini, ad esempio, hanno molto più frequentemente dell’adulto problemi di allergia alimentare; inoltre diversi rispetto agli adulti sono gli alimenti responsabili e i quadri morbosi ad essi correlati. Nei bambini l’allergia alimentare riguarda soprattutto il latte e l’uovo e i sintomi possono essere estremamente vari e riguardare vari apparati. Per tali ragioni la allergia alimentare è chiamata la “grande trasformista”. Nell’adulto viceversa la vera allergia alimentare, oltre ad essere meno frequente, riguarda soprattutto i vegetali in soggetti già allergici ai pollini e si manifesta prevalentemente con sintomi a carico della bocca e del palato. E’ ovvio, inoltre, che la gestione dietetica di un piccolo bambino allergico, ad esempio, al latte vaccino (latte artificiale, latte di centrale, latte di mucca fresco e tutti i derivati del latte di mucca) richiede competenze specifiche sia per quanto riguarda i cosiddetti latti alternativi sia nella strutturazione di schemi alimentari che consentano l’evitamento degli alimenti dannosi e permettano un adeguato apporto nutrizionale.

Ma non è solo l’allergia alimentare, globalmente intesa, a presentare caratteristiche peculiari nel bambino rispetto all’adulto; praticamente ogni malattia che rientri nel campo delle allergie, vere o presunte, presenta nei bambini elementi di specificità. Diverse sono nel bambino rispetto all’adulto la frequenza e caratteristiche della dermatite atopica, dell’orticaria, delle malattie dell’apparato gastrointestinale, dell’asma. Ad esempio fra i bambini con respiro sibilante nei primi anni di vita solo una quota, circa 1/3, è rappresentata da bambini con asma vero, tendente alla persistenza nel tempo. La maggior parte dei bambini con il cosiddetto “broncospasmo” nei primi 4-5 anni di vita non è allergica: questi bambini non sono asmatici veri ma solo bambini che sibilano nel corso di infezioni virali dell’apparato respiratorio per la ristrettezza, propria dell’età, delle vie respiratorie. Sono quei famosi bambini che crescendo non presentano più broncospasmo e che inducono qualcuno ad affermare, ancora oggi, che l’asma passa con l’età. Viceversa c’è un terzo di bambini, come detto, veramente asmatico (figli di madre asmatiche, affetti da dermatite atopica o da rinite allergica, con talora test allergologici positivi) che tenderà nel tempo a mantenere l’asma e che richiede un trattamento precoce e protratto perché l’asma non trattato comporta delle alterazioni molto precoci ed irreversibili dell’apparato respiratorio. Il pediatra, e solo lui, ha il bagaglio culturale e l’esperienza che gli consentono di individuare questa particolare fetta di bambini con respiro sibilante ricorrente.
Infine sia nell’età pediatrica che nell’adulto i test diagnostici, sia cutanei che sul “sangue”, non hanno un valore assoluto. Molti bambini con test positivi non sono allergici. In questi casi, molto frequenti nella pratica quotidiana, la diagnosi di allergia emerge dalla concordanza fra i test stessi e quadri clinici compatibili. Prima di tutto, cioè, viene la valutazione medica globale del bambino, con la sua storia, i suoi sintomi e le caratteristiche di essi, i segni clinici rilevati alla visita medica. Il test in altre parole serve soltanto a confermare un sospetto diagnostico e da solo, in assenza di un quadro clinico compatibile non può e non deve permettere alcun trattamento dietetico o farmacologico. Solo il medico del bambino, cioè il pediatra, con le sue competenze è in grado di avanzare il sospetto diagnostico e di valutare l’opportunità di eseguire test diagnostici; solo il pediatra con competenze allergologiche, inoltre, è in grado di valutare la compatibilità delle risultanze dei test dei sintomi che il bambino presenta.
Sono soltanto alcuni degli esempi che potrebbero addursi a dimostrazione del fatto che tratta di una materia che necessita di una esperienza clinica particolare, di una specifica capacità, di una specifica preparazione. Sono tutte caratteristiche che non può avere un medico che non sia pediatra: anche il migliore degli allergologi, se non possiede cultura pediatrica, non può non trovarsi in difficoltà nella gestione dei bambini allergici o almeno di una grossa quota di essi.