Errori comuni

1. Non fare il Prick o i RAST nei bambini <3 anni. Si sente ancora dire, da qualche medico, che i test allergici non si possono eseguire nei bambini piccoli perché, a quella età, “l’allergia non si vede”. Niente di più falso: i test si possono eseguire anche in un neonato. Ovviamente la loro valutazione, ma questo vale per qualsiasi età, deve essere fatta da medici esperti nel campo;2. Dare più importanza al RAST rispetto ai test cutanei. Il test allergologico da preferire è sempre, tranne nei casi in cui non può essere eseguito per motivi tecnici, il Prick. Con esso si possono testare più allergeni contemporaneamente, la risposta è immediata, è molto più economico. Inoltre è più specifico, cioè più raramente si avranno le false positività che viceversa sono più frequenti con i RAST;
3. Richiedere la determinazione delle IgE totali (il cosiddetto PRIST). Le IgE totali esprimono solo l’atopia, cioè la tendenza costituzionale alle allergie, non la sensibilizzazione a specifiche sostanze né, meno che meno, l’allergia reale. Il PRIST non esprime nulla di più di quanto esprima la storia familiare e personale del bambino e non ha nessuna utilità dal punto di vista operativo;
4. Sopravvalutare l’importanza delle basse positività dei prick e dei RAST per alimenti. Nella maggior parte dei casi le basse positività per gli alimenti non si accompagnano ad allergia reale e questi bambini non hanno alcun disturbo all’assunzione concreta dell’alimento incriminato;
5. Escludere l’allergia, specialmente nelle forme gastrointestinali, perché il Prick e il RAST sono negativi. Le allergie cosiddette non IgE mediate, cellulo-mediate, non possono, per definizione, accompagnarsi a Prick e RAST positivi. Nella maggior parte delle forme gastrointestinali che sono, per l’appunto cellulo-mediate, indipendentemente dai test e dai loro risultati, si deve, quindi, procedere al test di eliminazione dell’alimento incriminato.