Di che cosa si tratta

E’ uno dei “problemi” più frequenti nella pratica quotidiana del pediatra e fonte spesso di grande ansia per i genitori. Interessa molti bambini dell’età dell’asilo i quali, per tale motivo, sono spesso sottoposti a ripetute terapie antibiotiche, a tediose, asfissianti, ripetute sedute di aerosolterapia, ad accertamenti anche radiologici, a trattamenti con “vaccini” e, talora, addirittura, a trattamenti con iniezioni di penicillina ogni 2-3 settimane. Molto spesso, secondo una tradizione molto radicata soprattutto fra i nonni ma anche, purtroppo, per l’insipienza di qualche pediatra, finisce per essere considerata responsabile di tutto la ”gola” ed invariabilmente il piccolo bambino viene portato dall’otorino. Orbene, per quanto molti otorini siano obiettivamente ben preparati ed abbiano una visione non settoriale di questi problemi, la maggior parte, purtroppo, finisce per concentrare l’attenzione sulle tonsille, di volta in volta etichettate come “grandi”, “malate”, “criptiche”, “infiammate”, “rovinate” e molto spesso, secondo una triste ma consolidata abitudine, tutto questo cammino fatto spesso di improbabili accertamenti ed altrettanto improbabili terapie si conclude con il sacrificio delle povere ed innocenti tonsille. Che, in realtà, come vedremo non c’entrano praticamente mai.
Cominciano dunque a fare chiarezza.

Il bambino dell’età dell’asilo che si ammala spesso, che “sta sempre male” come dicono i genitori, è un bambino che usualmente soffre di episodi ripetuti di febbre, non presente in tutti gli episodi, raffreddore e tosse. Talora ha anche la voce bassa, talora la tosse abbaiante, “da foca”. Sono infezioni delle alte vie aeree, delle vie respiratorie superiori. In termine tecnico si chiamano infezioni non differenziate delle alte vie respiratorie. Qualche volta c’è l’interessamento anche delle orecchie o dei seni paranasali o dei bronchi. Le tonsilliti “vere”, le tonsilliti pure non sono molto frequenti, per quanto spesso l’attenzione si concentri su di esse. E’ infrequente, cioè, che il bambino presenti soltanto febbre e dolore alla deglutizione, con esclusiva presenza di faringe e tonsille arrossate o di “essudato”, le cosiddette “placche” sulle tonsille. Usualmente quando il pediatra parla genericamente di gola rossa il bambino non ha una vera tonsillite “pura”. Se c’è anche raffreddore o tosse o voce bassa non si tratta di una vera tonsillite ma semplicemente la regione faringotonsillare, quella che il pediatra vede con l’abbassalingua e la lampadina, è arrossata perché partecipa ad un processo di infiammazione che interessa anche il naso, il retronaso, il laringe; fa parte cioè di una più estesa infiammazione delle vie aeree superiori. Parlare genericamente di “gola rossa” è sbagliato. Il messaggio che il pediatra invia è equivoco e si traduce nella mente del genitore nell’equivalenza: il bambino si ammala sempre di gola = ha le tonsille malate.
Si tratta invece, come detto, nella stragrande maggioranza di casi, di infezioni virali delle vie aeree superiori, per lo più senza complicazione alcuna, talora complicate da otite, sinusite, bronchite. Talora, in alcuni bambini, con dimensione dei bronchi costituzionalmente piccoli, può comparire nel corso della infezione virale, al di fuori di qualsiasi componente allergica, il respiro sibilante, cioè quello che viene usualmente definito “broncospasmo” o “bronchite asmatiforme”.
Solo molto raramente questi bambini possono avere complicazioni importanti a carico dei polmoni (si tratta di broncopolmoniti). Si tratta usualmente di episodi unici che vengono dopo una serie di infezioni molto meno importanti come quelle descritte.