Cosa fare?

I bambini piccoli con wheezing e/o con dermatite atopica e/o madre allergica e/o sensibilizzazioni, vanno dunque considerati asmatici e, come tali trattati, con cicli di antinfiammatori. Il trattamento con i cortisonici deve essere precoce, per evitare che si verificano nei bronchi quelle alterazioni anatomiche persistenti (il cosiddetto “rimodellamento”), che compaiono molto presto nel bambino asmatico e che possono compromettere, anche nel futuro, la funzione respiratoria.
In tali soggetti con asma a rischio di persistenza si possono utilizzare cortisonici per via aerosolica a basso dosaggio con i “distanziatori”, anche se sono molto piccoli, anche di un anno o meno. Anche nel lattante, ad esempio, si può utilizzare il fluticasone al dosaggio di 50 _g (1 puff di Flixotide o Fluspiral 50) 2 volte al giorno utilizzando come distanziatore il Baby-Haler o l’Aerochamber con maschera.

I bambini con bronchite asmatiforme in corso di virosi, non veri asmatici, non rispondono, come detto, al trattamento di fondo. In questi bambini, cioè, basse dosi di cortisonici per periodi più o meno lunghi non prevengono la riacutizzazione. In essi può essere più utile usare i cortisonici in bomboletta spray, con il distanziatore, ad alti dosaggi al momento dell’inizio della infezione virale, per 10 giorni. Ci sono studi, inoltre, che dimostrano che in questi bambini il trattamento con un particolare tipo di farmaci antinfiammatori, i cosiddetti antileucotrieni (Montegen, Singulair, Lukasm), somministrati per un certo periodo di tempo, riesce a ridurre la frequenza delle bronchiti asmatiformi.

In ambedue i gruppi, in ogni caso, si deve ridurre il fumo di sigarette in casa e si deve proibire la frequenza dell’asilo nido per il ruolo delle infezioni virali nello scatenamento del wheezing sia nel soggetto atopico che nel sibilante solo in corso di virosi. Per entrambi i gruppi inoltre va attuata la profilassi antiacaro: nel bambino atopico per il fatto stesso di essere tale e talora sensibilizzato agli acari, per il non atopico perché il contatto con esso, anche al di fuori di uno stato di allergia, aumenta la frequenza e la intensità dei sintomi.