Che cosa non fare?

– Dare sempre gli antibiotici: le infezioni ricorrenti del bambino socializzato sono soprattutto infezioni da virus che non richiedono antibiotici a meno che i sintomi non siano tali da far pensare ad una complicazione sostenuta da microbi o a meno che non sia presente un’otite in bambino sotto i due anni o una rinosinusite acuta.
– Accertamenti radiografici e di laboratorio a raffica, esami su esami: nelle infezioni ricorrenti respiratorie alte, cioè quasi sempre, sono del tutto inutili. Possono essere addirittura fuorvianti e controproducenti. E’ del tutto inutile ed estremamente pericoloso, infatti, richiedere alcuni esami come il TAS e il tampone faringeo. Quasi sempre inutile il dosaggio degli anticorpi.Perché può essere “pericoloso” eseguire questi esami? Perché oltre a non avere alcuna relazione con il problema in esame, qualora non giustamente interpretati possono creare falsi problemi ed indurre a trattamenti inutili e ripetuti ed ad ulteriori accertamenti altrettanto inutili e ripetuti.
Il tampone faringeo è inutile perché il microbo che si va a ricercare con esso, lo streptococco _ emolitico di gruppo A (SBEA) non ha nulla a che vedere con le infezioni respiratorie ricorrenti. Ancor meno a che vedere con esse hanno altri microbi (stafilococco aureo, pseudomonas ecc.) eventualmente individuati dal tampone: questi ultimi infatti qualora reperiti dal tampone non vanno considerati come causa o potenzialmente causa di malattia ma soltanto come dei normali abitatori (“saprofiti”) della regione faringotonsillare. In altre parole lo SBEA è l’unico microbo in grado di dare tonsillite o faringotonsillite acuta (ma non infezioni coinvolgenti anche il naso, laringe, trachea cioè con tosse naso chiuso o colante, voce bassa ecc.: cioè le infezioni respiratorie di cui si sta parlando). Tutti gli altri microbi eventualmente trovati non sono in grado di dare malattia ma si possono ritrovare semplicemente perché in quella sede, cioè la regione delle tonsille e del faringe, possono normalmente abitarci. Quante volte tuttavia capita di vedere trattamenti antibiotici lunghi e protratti per………cacciare di casa questi microbi che, in questa sede, sono del tutto innocenti!
Tornando allo SBEA e ribadendo che esso non è mai responsabile delle infezioni delle alte vie respiratorie ma solo di una parte delle faingotonsilliti “pure”, il rischio che si corre eseguendo impropriamente in questi bambini il tampone faringeo è che esso venga positivo. Vale a dire che questo microbo, pur non essendo assolutamente responsabile delle infezioni indifferenziate delle alte vie respiratorie, che sono, come detto, squisitamente virali, potrebbe essere casualmente trovato dal tampone. Questo è possibile perché il 30% circa dei bambini ha normalmente in gola (“portatori sani o cronici”) lo SBEA senza che questo dia alcunché. Questi bambini non devono essere trattati con antibiotici prima di tutto perché questi streptococchi non sono patogeni, cioè non sono in grado di dare l’infezione e la malattia, ed in secondo luogo perchè quando non sono patogeni non sono assolutamente sensibili agli antibiotici somministrati e quindi non possono scomparire! L’unico motivo per eseguire il tampone faringeo ad un bambino è la faringotonsillite “vera” acuta in atto: cioè il tampone va fatto al bambino con febbre, dolore ad inghiottire, gola e tonsille rosse per vedere se questa malattia è dovuta allo SBEA, come si verifica in un terzo dei casi, nel qual caso è giusto che il bambino assuma gli antibiotici indicati, oppure, se il tampone è negativo, se si tratta di una virus, come si verifica nei due terzi dei casi. In questo caso nessuna trattamento antibiotico deve essere fatto. Mai e poi mai il tampone deve essere eseguito sul bambino soltanto perché si ammala spesso e fuori dell’episodio acuto di vero, e sottolineo vero, mal di gola.
Quante volte, viceversa, i bambini con infezioni ricorrenti delle alte vie sono trattati con antibiotici per tamponi positivi, e quante volte al controllo il tampone, giustamente, resta ancora positivo malgrado il trattamento, inducendo ad ulteriori terapie più aggressive e più traumatizzanti. Quante volte, infine, questi bambini dopo numerosi trattamenti e numerosi controlli vengono inviati, ulteriore errore, dall’otorino ritenendo la non scomparsa del microbo espressione di grave infezione cronica delle tonsille. Quante volte alla fine queste povere innocenti, dopo altri trattamenti, altri controlli, vengono estirpate!
Lo SBEA ricercato con il tampone non ha dunque nulla a che fare con il bambino che sta sempre male con febbre, tosse e raffreddore e meno che mai ha a che fare con esso il TAS. Se il tampone positivo per lo streptococco può esprimere, ma non sempre!, una infezione acuta in atto il TAS è viceversa praticamente sempre espressione di una infezione da streptococco antica nel tempo, passata. Quindi non solo esprime un’infezione di un microbo che non è mai responsabile del problema del bambino che va all’asilo e si ammala spesso, ma addirittura esprime solo il ricordo che l’infezione di questo microbo ha lasciato nell’organismo. Il TAS, infatti, misura non l’infezione in atto ma gli anticorpi che l’organismo ha prodotto nel passato contro questa infezione e che sono restati e resteranno per molto tempo nel sangue. Il TAS di per sé quindi non significa infezione né acuta né cronica delle tonsille, non significa reumatismi o quant’altro. E’ un esame che nella pratica quotidiana non dovrebbe mai essere eseguito perché di nessuna utilità dal punto di vista operativo e foriero, se mal interpretato, come spessissimo avviene, di pratiche di pessima medicina.
Viene da sé, infine, che tra le cose da non fare di fronte ad un bambino che si ammala spesso è consultare l’otorino. Il problema non riguarda, infatti, l’otorino non essendoci alla base nessun “difetto” o “malattia” particolare del settore orecchio naso e gola ma trattandosi di una situazione quasi fisiologica legata alla situazione immunitaria propria del bambino di quella età. In secondo luogo, purtroppo, spesso gli otorini consultati non hanno una visione “pediatrica” del problema ed essendo sostanzialmente chirurghi finiscono quasi sempre per responsabilizzare le tonsille e per asportarle. Il tutto, ancor peggio, dopo ripetute inutili analisi e analisi di controllo (tampone, TAS ecc.) e dopo, spesso, assurdi trattamenti con iniezioni bi-trisettimanali di penicillina. Le infezioni respiratorie ricorrenti del bambino piccolo sono soprattutto virali e non si prevengono con la penicillina; la penicillina non può “curare” il TAS perché non si tratta di una infezione ma del ricordo di una passata e del tutto superata infezione; le iniezioni di penicillina in pediatria hanno come unica indicazione la prevenzione delle ricadute del reumatismo articolare acuto nel bambino che ha avuto un vero reumatismo articolare acuto e non qualcosa di “regalato” per un TAS alto, qualche vago dolore muscolare o osseo, qualche vago accenno a soffi cardiaci più o meno innocenti.